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L'area sacra in località S. Antonio a Cerveteri

Cerveteri, l'area sacra in località S. Anttonio, veduta aerea

Il sito di Cerveteri (antica Caere nel Lazio settentrionale a nord di Roma) costituisce l'obiettivo generale di un progetto di ricerca scientifica di grande rilevanza per l'Università di Macerata, declinato anche in termini di formazione didattica e professionale di studenti e dottorandi dei corsi di laurea Unimc, grazie al patrimonio di dati e contesti articolati in senso diacronico e sincronico che offre.

Anche l'appartenenza del sistema dei contesti archeologici di ambito etrusco riferibili alle necropoli e all'abitato della città di Caere all'elenco dei siti Unesco contribuisce a rafforzare e a stimolare la strategicità del progetto, che dal suo avvio ad oggi si è incentrato particolarmente sull'indagine nel santuario urbano di Hercle in località Sant'Antonio.

Le ricerche, avviate da Mauro Cristofani (CNR) e da Maria Antonietta Rizzo (SAEM) nel 1993, hanno interessato la parte sud-orientale del pianoro della città antica, area strategica di cerniera fra l'abitato e l'area suburbana esterna alla porta delle mura.

L’area, interessata da occupazione continuativa a partire dalla tarda età villanoviana, con una ben documentata fase di età orientalizzante-arcaica, fu ristrutturata alla fine del VI sec. a.C. con una sistematica colmatura-spianamento in vista della nuova monumentalizzazione.

Il susseguirsi delle campagne di scavo ha permesso quindi di portare in luce una vasta area sacra con due templi affiancati: il tempio A con due fasi costruttive (il tempio più antico, più piccolo e di proporzioni più allungate, rimasto sepolto nel rifacimento posteriore, e a cui appartenevano decorazioni figurate e architettoniche policrome), e il tempio B, con un altare fra i due, bothroi votivi, in uso fino al V secolo.

Il sito presenta fonti sacre (si segnala soprattutto la grande fontana in origine in relazione al tempio proto A, poi incorporata nel tempio posteriore più grande) e ambienti ipogeici per il culto e per la raccolta delle acque che, a partire almeno dalla fine del VI secolo, occuparono tutta l’area fino alla rupe, con vaste opere di terrazzamento e di sostruzioni.

Si tratta del maggior santuario finora rinvenuto a Caere che può competere per dimensioni, monumentalità e complessa articolazione interna con quello di Pyrgi, in cui era venerato Hercle assieme a Menerva (riferimento al bothros rinvenuto nel 1999) ma ancheTurms/Hermes eRath, interpretazione etrusca di Apollo nel suo aspetto di dio profetico, nominati in asindeto nella prima riga della lunga iscrizione sul peso di bronzo di IV secolo da noi rinvenuta, dimoranti nel santuario insieme a Hercle, originario signore del luogo.

L'impegno sul santuario ha comportato e comporta al momento, a fianco dello scavo stratigrafico, anche la schedatura di tutti i materiali ai fini della pubblicazione definitiva, con la collaborazione di studenti e dottorandi dell'Ateneo.