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Home italiano cattedra giacomo leopardi News Seminario "Leopardi e la filosofia" (Macerata, 30 ott. 2018)

Seminario "Leopardi e la filosofia" (Macerata, 30 ott. 2018)

Alla vigilia del bicentenario dell’Infinito, Leopardi filosofo riempie l’auditorium dell’Università di Macerata
Leopardi_Filosofia(1b)

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Leopardi uno e molteplice

 

Martedì 30 ottobre 2018, presso la sala dell’Auditorium Unimc, si è tenuto il seminario di studi Leopardi e la filosofia, organizzato dalle professoresse Laura Melosi, Carla Canullo e Arianna Fermani. Nato dal desiderio di far dialogare la letteratura e la filosofia, saperi indistricabili nella produzione di Giacomo Leopardi, il seminario ha visto la partecipazione di importanti studiosi provenienti dall’Italia e dall’estero.

Dopo i saluti del professor Carlo Pongetti, direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, ha aperto i lavori Fabiana Cacciapuoti, che, presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, si è occupata dello studio delle “polizzine” dello Zibaldone: un lavoro filologico e filosofico insieme, che aspira a rendere giustizia a un grande «sistema filosofico, complesso e aperto», come quello ideato dal poeta marchigiano. Una «metafisica della distruzione», come l’ha definita Bruno Pinchard, preside della Facoltà di Filosofia dell'Università Jean Moulin Lyon 3, che ha presentato Leopardi come un pensatore antidialettico e anti-innatista, che trova riparo dal nichilismo solo nell’armonia della lingua e nella «bellezza indeterminata del canto». Il terzo relatore della giornata, Giulio Lucchetta, professore di Storia della filosofia antica all’Università di Chieti, ha trasportato Leopardi nel mondo classico, fra i venerabili sapienti della “Scuola di Atene”, leggendo il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia come l’avrebbe letto un pensatore antico. A seguire, Roberto Lauro, dottorando e collaboratore della Cattedra Giacomo Leopardi dell’ateneo maceratese, ha stabilito un confronto tra Vico e Leopardi sulla base di alcune analogie nelle loro rispettive filosofie del linguaggio. Ha chiuso la giornata Michele Di Febo, della Fondazione Collegio San Carlo di Modena, illustrando come le linee portanti del pensiero filosofico leopardiano si sviluppino in modo coerente sin dalle sue prime opere giovanili.

Il grande successo di pubblico riscosso dall’iniziativa conferma l’intuizione delle ideatrici: la necessità di scoprire e riscoprire, anche in Italia come già all’estero, un Leopardi nostro contemporaneo, tra i massimi fondatori non solo della filosofia moderna, ma anche di quella «postmoderna». L’auspicio, espresso in conclusione della professoressa Laura Melosi, è che questo sia solo il primo appuntamento di un ciclo di seminari in cui riflettere sull’opera di Leopardi anche in occasione delle celebrazioni, nel 2019, dei duecento anni dalla prima stesura dell’Infinito, con mostre, spettacoli, conferenze e molto altro.

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