ASSOLUTO E RELATIVO
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Le trasformazioni che abbiamo vissuto nel ventennio precedente la crisi e quelle che la crisi stessa ha ulteriormente rafforzato hanno determinato, tra l'altro, una eccessiva enfasi sul tema della libertà, per di più svolto in senso individualistico e relativistico. La crisi delle “grandi narrazioni” ha aperto la strada ad una sorta di anarchia intellettuale in cui sembra possibile dire tutto e il contrario di tutto.
L’unica cosa importante è il successo, l’innovazione fine a se stessa, giustificata con l’opposizione alla conservazione, all'assoluto, al vecchio. Sembra impossibile esprimere un giudizio fondato razionalmente senza venire accusati di essere vecchi esponenti di vecchie posizioni “assolute”.
Occorre distinguere i diversi sensi dei termini proposti: il rifiuto di posizioni assolute non comporta la rinuncia al tema della verità o dell’oggettività, ma solo la comprensione della complessità dei nessi che devono e possono essere indagati (per quanto è possibile). L’ermeneutica è e resta aperta, ma non a tutte le soluzioni, quindi si apre la possibilità di individuare opzioni che siano migliori o peggiori.
Abbiamo chiesto a studiosi di diversa impostazione di aiutarci a riflettere su questi temi.
Gli studenti del Dipartimento di Studi Umanistici, a seconda dei deliberati dei loro corsi di studio, potranno ricevere 1 CFU per la partecipazione a questo convegno
Sono disponibili la locandina e il pieghevole con il programma dettagliato del convegno